Calzini, piedi e buchi: il mio modo per ricominciare a scrivere e ritornare sui social è bel trip comunicativo e mi sembra il modo più coerente.
Facciamo un passo indietro: ti consiglio di prendere qualcosa da bere perchè ci vorrà un po’, abbi pazienza devo riprendere la mano.
Mi sono presa il covid, sono tra quelli fortunati che ha fatto cura domiciliare sono diventata negativa rapidamente e mi porto dietro qualche cicatrice da polmonite che sto curando oltre ad una stanchezza piuttosto noiosa. Non ti racconto tutto perchè non è la sede e perchè non c’è nulla di diverso da quello che sentiamo da mesi.
Nel mio riposo forzato ho avuto modo e tempo di pensare, anche perchè stesa a letto non è che potessi fare molte altre cose.
Così tra un colpo di tosse, un accidente all’universo mi sono rimessa in pari con alcuni podcast ed ho chattato su telegram con un gruppo di amici davvero speciali che non solo mi hanno intrattenuta ed incoraggiata, hanno pure sostenuto i miei viaggi mentali alla ricerca di una soluzione tra essere una social media manager ed essere socialcosami.
Ore ed ore di chat, credo saremo arrivati a circa 3000 messaggi al giorno nelle giornate più difficili, un sacco di consigli qualche cazziatone necessario ed il mio neurone covidoso ha iniziato ad elaborare il tutto.
Tutte quelle parole (e gif e sticker) sono state dei semini che stanno crescendo come alberi da frutto.
A questo punto partiamo con la parte dei calzini, piedi e buchi, vado? Perchè se fino a qui ti sembra un delirio ora arriva la parte più psichedelica.
Mentre piegavo l’ennesima cesta di bucato disinfettato ho trovato l’ennesimo calzino bucato ed ho capito una cosa:
io sono un calzino il mio compito è far stare il piede al caldo e comodo quando serve. Ad alcuni servo tutta l’anno, mentre per altri non servo a nulla. Il calzino però se mal custodito o trattato male subisce degli attacchi, sia dal piede stesso che dagli agenti esterni e si creano i buchi.
Fin qui ci siamo, no?
I “cattivi clienti” sono i buchi non li puoi evitare, prima o poi ti arrivano ed allora sì li rammendi o ti arrotoli in modo strano per salvare loro e salvare te. Pensi che se salvi quel buco allora sei salvo anche tu, credi che sia colpa tua ma non è così.
I “cattivi clienti” non sono solo quelli che non pagano, sono quelli che non si fidano di nessuno, che pensano che tu sia lì per fregarli perché non hanno subito il ritorno che si aspettano, sono quelli che “sei un costo” ma tu sei un investimento non un costo. Ne avevo parlato per la nascita del mio nickname socialcosami.
Ti concentri così tanto sul singolo buco che perdi di vista l’obiettivo e la tua funzione. Come paio di calzini tu non devi chiudere buchi ma lasciare il piede al caldo. Il piede rappresenta felicità e realizzazione.
Il collegamento con il lavoro è abbastanza immediato: mi prendo troppo a cuore i buchi dei mei buchi, se un cliente ha un problema diventa il mio problema. Peccato così io calzino ho sempre più buchi ed il piede è sempre più gelato.
Divento un calzino logoro, i buchi mi mangiano e se a quel piede un po’ storto e coi calli potevo essere utile per farlo sentire più comodo così non lo posso più fare.
Tutto lo studio e la fatica fatta si trasformano nell’elastico mollo che ti fa impazzire quando cammini.
Ora io capisco che questo ti possa sembrare un trip mentale dovuto alle medicine, per me invece è un momento di estrema lucidità e presa di consapevolezza oltre che il punto da cui rimettere in moto il sistema.
Cosa cambia da oggi? Tutto e nulla, resto un paio di calzini diverso per ogni piede, quando arriveranno i buchi andrò oltre perchè ho dei piedi di cui prendermi cura per fare insieme molti chilometri e vedere il mondo.
Questo vale per ogni lavoro, in tutti gli ambiti abbiamo dei buchi ed anche tu puoi essere il calzino giusto per i piedi giusti. Quanto vuoi farti rovinare?
Lo decidi tu. Non loro.
Con la ripresa vedrà finalmente la luce anche la socialcosami newsletter, se vuoi essere tra i primi a scoprire cosa ho pensato per te ti lascio qui il form.