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Corso di podcast – giorno 2

Aver giĂ  fatto un podcast, non significa dovere lasciare tutto come ideato all’inizio.

Nuova serata con il corso di podcast, ci sono arrivata un po’ sui gomiti l’emicrania non mi ha mollato un minuto tutto il giorno e quando mi sono seduta alla scrivania davanti alla classe zoom ero già stremata.

Nonostante il malessere generale sembravo una bambina il primo giorno di scuola, avrei dovuto presentare la nuova versione della descrizione del podcast che anche stavolta ha subito un processo di creazione tedioso ma meno lungo delle altre volte ma solo per perché in una settimana non ho di certo avuto tempo da perdere.

I miei compagni continuano a proporre idee splendide, ci saranno storie ricche di emozioni, mini fiction comiche e di leadership, se mi trovassi a dover scegliere da quale iniziare non saprei da dove partire, con il plus che ad ogni idea di podcast che tiriamo fuori Rossella come un vulcano ci suggerisce altre produzioni da ascoltare: mi ritrovo praticamente in un quadro di Escher fatto di titoli di podcast.

Per ogni presentazione che viene letta arrivano consigli e feedback sia da Rossella che da tutti noi che siamo talmente entusiasti e partecipativi da far fuggire il tempo; metĂ  di noi sono riusciti a presentare la propria idea, anche la mia presentazione passa a settimana prossima e ne sono felice: con tutti i suggerimenti che ho sentito posso lavorarci per un’ulteriore settimana e migliorarla ancora.

Nella mia settimana però ci sarà da lavorare su un nuovo punto che mi ha colpito come una padellata sul coppino… si sente il riverbero ancora stamattina, in ogni caso nuova sfida da affrontare per dare nuova forma al nostro piccolo nuovo opossum: si lavora sulla struttura, lo scheletro sul quale poi costruirò tutto il resto.

Avendo già fatto una prima stagione del podcast pensavo di avere già molte risposte, di sapere dove stavo andando ed in che modo mi sarei potuta muovere; mi ritrovo invece a ripensare a tutto e farmi solleticare dall’idea d’inserire delle particolarità che non avevo preso in considerazione un anno fa.

Se nel primo incontro mi sentivo già sfidata a fare meglio, anche a questo giro ci sarà da riflettere, ti aggiorno martedì prossimo nel frattempo mi raccomando… non fare l’opossum!