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Corso di podcast – giorno 1

Perché mi sono iscritta ad un corso di podcast dopo un anno dalla prima puntata?

Io: “Ma quando ho detto “faccio il corso di podcast” qualcuno non poteva fermarmi?”
Amica: ”Perché esiste qualcuno che possa fermarti quando decidi di fare qualcosa?!”

Questo è stato lo scambio di messaggi con una mia amica alla fine del primo incontro del corso di podcast, ma non perché la lezione sia andata male al contrario è stata da subito una sfida per me.

Il corso parte molto bene, la mia guida per i prossimi 3 mesi sarà Rossella Pivanti che è diretta e trasparente proprio come la vedi sui social, sarò in compagna di altre 12 persone che da subito si dimostrano creatori di idee fighissime ed è proprio qui che casca l’asino: mi sembrano tutte idee migliori della mia.

Prima di presentare me ed il mio progetto mi è arrivata un’ondata di inadeguatezza e banalità, ho pensato che forse “il mondo” non ne ha così bisogno come pensavo quando ho iniziato l’avventura dell’opossum.

Ascoltare i loro progetti, le mille idee originali e vedere il loro entusiasmo mi ha fatto pensare “ma se avessi fatto questo corso PRIMA? Se prima di partire a bomba come al mio solito avessi lasciato decantare l’idea?”

Inutile dire che non ci sia risposta a questa domanda, formarsi e migliorare alcune competenze si fa quando ci si rende conto di poter fare di più, quando si accende la scintilla del “posso farcela” e si ha voglia di investire tempo e denaro in quel dato progetto.

La sfilza di timori e paure che hanno invaso la mia mente dal momento in cui ho confermato l’iscrizione era chilometrica, tra tutte una però mi mandava in paranoia: sentirmi consigliare di cambiare il titolo ed il mood ironico del podcast.

Capita di fissarsi su degli aspetti che al di fuori sembrano stupidi ed inutili mentre per noi sono vitali e racchiudono un’intero ragionamento anche difficile da spiegare delle volte, per me è stato esattamente così.
Un anno fa avevo una lista bella corposa di titoli e descrizioni del podcast e per arrivare al risultato è stato un processo infinito come una partita di Mila&Shiro o di Olly&Benji.



Senza trascurare che su quel benedetto opossum poi ci sto costruendo tutto il mio universo comunicativo ed avrei fatto molta fatica a lasciarlo andare.

Ma non sarà necessario: Rossella non mi ha suggerito di modificarlo però mi ha dato ottimi consigli per riscrivere la presentazione e la descrizione del podcast sulla quale mi metterò a lavorare a capofitto anche se so che sarà tutt’altro che semplice.

Devi sapere che per partorire quel “Non fare l’opossum è un podcast per libere professioniste, o aspirati tali, che per paura di sbagliare si fingono morte” ci ho messo delle settimane intere e lo so dire a memoria meglio che il codice fiscale e visto che fa così parte di me sarà molto divertente rivederlo da zero.

Questa mia esperienza ti mostra come anche, e forse soprattuto, chi fa formazione in prima persona affronta paure e sfide quando s’intraprendono delle nuove strade ed ecco perché mi sono iscritta ad un corso di podcast dopo un anno dalla prima puntata: è stato un’atto ricco di consapevolezza della necessità di uscire fuori dalla mia zona di confort, una dimostrazione che non si è mai arrivati e che si può sempre cambiare strada e direzione.

Per lo stesso motivo, appena finito il primo incontro ho deciso di iniziare a raccontare questo percorso in questo spazio. Ogni martedì potrai trovare gli aggiornamenti con annesse paranoie e conquiste: il traguardo finale sarà il giorno della registrazione in studio della nuova prima puntata.

Noi ci leggiamo settimana prossima e mi raccomando, nel frattempo … non fare l’opossum.